Anche nel 2017 ho partecipato al concorso "Luisa Ronconi" scrivendo una favola per bambini che avesse come tema il rapporto tra l'uomo e la natura che può essere sia madre che matrigna.

Non era un tema semplice da trattare attraverso gli occhi dei più piccoli, ma ho scelto di farlo in maniera "adulta", poichè credo che spesso i bambini vengano sottovalutati!

Esprimersi con i piccini in maniera chiara è una buona palestra per farli diventare adulti consapevoli e capaci di riflettere e prendere posizione motivando le proprie ragioni.

Buona lettura di : "Un pomeriggio con Christian".

 

Un pomeriggio con Christian

 

Porca miseria: non è possibile!

Ho un capello bianco!

Forse non è nemmeno il solo, è un’invasione silenziosa che si sta consumando sopra la mia testa, senza che io possa arrestarla in alcun modo.

Il tempo passa per tutti, anche per me: sono giovane, ma non più giovanissima.

“Ciao zia cosa stai facendo?” mi chiede Christian dall’alto dei suoi pochi anni di vita.

“Perché ti guardi allo specchio con quella faccia strana?”

Gli rispondo con sincerità, come faccio sempre.

“La zia ha scoperto di avere dei capelli bianchi che fino a poco tempo fa non aveva ed è rimasta scioccata da questa rivelazione, perché è un po’ vanitosa!”

Certo agli occhi di un bambino deve sembrare un pensiero folle, quello di un capello bianco…

Decido di tagliare corto e inforcare la bici, poiché come gli ho promesso oggi porterò Christian con me nel verde e gli farò scoprire i segreti della natura.

Cominciamo a costeggiare il Mincio con i nostri mezzi di locomozione: io sulla mia bicicletta grande e comoda con la sella larga ed il cestino con i fiori intarsiati e lui con la sua mini bici, poco più grande di un triciclo ma senza rotelle e quindi agile e scattante.

Il fiume scorre placido alla nostra sinistra e su di esso la vita brulica: aironi in piedi su una sola zampa paiono dormicchiare al sole estivo, pescetti si ricorrono guizzando al di sopra della superficie, libellule giocano a nascondino tra i canneti e carpe enormi sembrano sfidare le leggi della fisica restando immobili contro corrente.

Tutto è vivo e in armonia: regna la pace!

Io e Christian decidiamo di fermarci per cominciare a parlare degli animali che incontriamo e lui viene rapito dai germani dalle penne colorate oppure marroni.

Colgo l’occasione per spiegargli che quello colorato è il maschio, creato più bello per corteggiare la femmina che al contrario è meno appariscente per potersi prendere cura dei piccoli in maniera riservata e non attirare troppa attenzione su di sé.

“Vedi Chris, la natura ha sempre il suo perché. Ad un primo occhio inesperto può sembrare un’ingiustizia che la femmina non abbia le penne colorate del maschio e debba accontentarsi di un piumaggio marroncino, ma c’è una ragione.”

“Quindi zia devi stare tranquilla, ci sarà una ragione anche per i tuoi capelli bianchi!”

Presa in contropiede mi trovo a pensare che i bambini siano incredibili: siamo convinti di dover loro insegnare così tanto, ma in essi vi è già una logica perfetta fatta di semplici deduzioni che poi, in età adulta sfociano purtroppo spesso in complessi quanto sterili ragionamenti.

Basterebbe cosi poco per essere in armonia: accettarsi per come si è, tanto per cominciare!

“Zia, a te piace tanto la natura vero? Ma spiegami perché”.

Ci ragiono un attimo prima di rispondere, vorrei dire tutto e niente allo stesso tempo.

E’ una domanda complessa come spesso lo sono quelle poste dai bambini, in apparenza innocue ma dalla sostanza tangibile.

“Mi piace perché mi rende rilassata e mi fa pensare che tutto, in un modo o nell’altro, seguirà il suo giusto corso e troverà il suo spazio nell’universo”.

Osservo Christian: sta pensando.

La mia risposta deve averlo convinto solo a metà e sono pronta a ricevere un’altra domanda che mi metterà in crisi e infatti arriva…

“A scuola ci hanno fatto vedere dei documentari sulle catastrofi naturali e quelle non mi hanno messo per niente tranquillo! Lì le case crollavano con i terremoti o si alzavano delle onde giganti dal mare…Zia, io poi la sera avevo paura a stare in cameretta da solo!”.

Questa è tosta! Penso nella mia testa: come ne esco?

Decido quindi di cercare la risposta direttamente nella natura che mi circonda e chiedere, in un dialogo interiore, cosa possa far arrabbiare a tal punto da arrivare a sterminare cose, animali e persone.

Nel mentre, il mio sguardo cade su un uomo che pesca in riva.

Il suo secchio contiene già tre o quattro pesci e sembra visibilmente soddisfatto del risultato della giornata, ma non ancora sufficientemente da smettere.

Lancia quindi l’ennesima lenza con esca e, dato che la pesca richiede pazienza e di solito i risultati non sono immediati, si accende una sigaretta.

“Zia, non sai cosa rispondermi vero? Non lo sai nemmeno tu perché la natura sia cosi cattiva a volte”.

“Christian, non lo so esattamente ancora ma potrei sapertelo spiegare a breve, nel mentre osserviamo quel pescatore, capirai poi il perché”.

Mio nipote si mette in osservazione con calma, aspettando un mio cenno.

Il pescatore termina la sigaretta e, una volta aspirata avidamente l’ultima boccata di fumo, butta il mozzicone nel fiume.

Ora credo di avere la mia risposta.

" Hai visto Christian? Ha buttato il mozzicone di sigaretta nell’acqua del Mincio”.

“Si zia ho visto, ma questo cosa c’entra con la natura cattiva? In questo caso alla peggio è l’uomo ad essere cattivo!”

“Eccoci! Siamo arrivati alla risposta che stavamo cercando.

L’uomo spesso è cattivo con la natura e la tratta male. La sfrutta per ricavare cibo oppure pelli dagli animali per vestirsi, ma alla fine dopo aver “usato” tutto ciò, la ripaga buttando rifiuti in essa.

Tu come ti sentiresti?”

“Non lo so zia”.

“Immagina se un tuo compagno prendesse sempre i tuoi giocattoli o le tue matite colorate e le usasse, per poi buttarle a terra o rovinarle e quando fossi tu a chiedergli qualche cosa in cambio, come ad esempio un pezzo di merenda, ti voltasse le spalle o ti spintonasse dicendo che non ti deve nulla: cosa proveresti?”

“Sarei molto arrabbiato zia!”

“Ecco, allora immagina che la natura sia molto più potente di noi quindi se si arrabbia il mare, che è più forte di mille uomini, si può formare un’onda altissima in grado di travolgere città e case e la stessa cosa accade se si arrabbia la terra.

La terra è ovunque sotto di noi e se trema per la collera ci può inghiottire tutti in un sol boccone!

“Pensi ancora sia ingiusto?”

“No zia non lo penso, ma allora cosa possiamo fare per evitare che la natura si arrabbi?”.

“Christian: il primo passo è capire che siamo tutti interconnessi.

Pensa alla sigaretta che il pescatore ha buttato nel fiume, potrebbe essere mangiata da un pesce e quello stesso pesce poi rimangiato dal pescatore: il pescatore alla fine mangerà la sua stessa spazzatura e starà male per questo!”

Noi siamo la natura Christian! Fai del male a lei e lo farai a te stesso: non avrai più l’ossigeno prodotto dalle piante, la gioia di alzarti la mattina con dei fiori che crescono in giardino…”

“Zia ma io non ho un giardino!”

Realizzo in questo istante che nemmeno io ho mai avuto un giardino, sebbene lo abbia desiderato per tutta la vita. Sono di Milano e lì è già un lusso avere una piantina di basilico sul balcone!

Dall’ età adulta migro sempre nel verde per il week end e questo mi aiuta a non diventare pazza, tirata tra i mille impegni della giornata che non hanno mai un ritmo naturale.

Mangio quando non ho fame, solo perché è ora; faccio esercizio fisico quando sono troppo stanca per apprezzarlo, perché prima devo lavorare; devo dormire quando non ho sonno, ma devo stare sveglia quando vorrei dormire…

Viviamo al contrario, in una spirale di violenza autoinflitta!

“Sai Chris, credo dovremmo fare più spesso queste passeggiate tu ed io, poiché entrambi abbiamo bisogno di capire quali sono i nostri veri ritmi e imparare ad apprezzare e conoscere i piccoli dettagli che ci circondano, seguendo solo ciò che ci viene voglia di fare, una volta ogni tanto!”.

Restiamo in silenzio per un lungo lasso di tempo, cullati dai rumori della natura: lo scorrere del fiume, il frinire dei grilli, il cinguettio degli uccellini, lo stormire delle fronde e delle canne.

Poi Christian mi dice: “Zia, io ho visto dei filmati relativi ad alcuni animali in via di estinzione, come è successo per i dinosauri, ma non ho capito se sia vero o no. È possibile che su questa Terra alcuni animali rischino di scomparire? La Terra è grande!”

Oggi mio nipote ha proprio intenzione di andare a risolvere i massimi quesiti esistenti sull’andamento dell’Universo! Non credevo che una passeggiata nel verde avrebbe smosso in lui tante domande e curiosità e ne sono stimolata e felice.

“Vedi Chris, il mondo non è poi così grande come lo percepisci. Non solo con l’aereo possiamo arrivare da un capo all’altro del globo in una sola giornata, ma con internet e la comunicazione telematica siamo sempre tutti interconnessi e le informazioni circolano senza filtri facendosi beffe dei chilometri.

L’uomo, facendo le attività che per noi sono normalissime, tipo prendere la macchina o avere il riscaldamento o l’aria condizionata in casa e in ufficio, ha determinato un radicale cambiamento climatico che ha messo a rischio molti animali e vegetali.

I mari sono molto più caldi di anni fa e questo porta pesci e creature acquatiche a morire.

Nelle acque accade come se adesso sulla terra ci fossero cinquanta gradi e tu non potessi trovare un posto fresco dove rifugiarti: moriresti dalla calura!

Queste creature non ci hanno fatto nulla di male, eppure l’uomo ha imposto la sua volontà sul creato, ponendo le proprie esigenze sempre al di sopra di tutto.

Siamo addirittura giunti ad uccidere degli innocenti come gli elefanti per avere dell’avorio che serve solo a creare oggetti “di bellezza”: come se un gigante venisse da te a scuola e strappasse i capelli ad una tua compagna solo perché li ha biondi e belli e possono servire come ornamento, oppure se volesse un occhio di un tuo compagno solo perché è verde e potrebbe stargli bene come ciondolo.

“Basta zia, mi fai paura! Poi queste cose brutte le sogno la notte!”.

“Lo so Chris, sono immagini crude che fanno male all’animo, ma io te le propongo per creare in te rabbia e sdegno e, in futuro, potrai essere un uomo che si batte contro la violenza.

“La violenza sugli animali zia?”

“Chris, non esiste la violenza sugli animali, ma solo la violenza: siamo tutti uniti e parte di un tutto quindi la violenza sull’animale in realtà è violenza su te stesso.

Se muoiono gli animali, oltre a perdere il privilegio di poterli vedere e ammirare la loro bellezza, perdiamo anche la loro utilità nel nostro mondo. Un piccolo pesce ucciso può far morire di fame una famiglia di pesci più grandi e se alla fine non pesca nulla, anche il pescatore umano poi non ha di che sfamare i suoi figli.

Se tagli gli alberi nessuno produce ossigeno e senza ossigeno possiamo vivere meno di tre minuti.

Solo quando l’uomo capirà di essere natura allora le cose andranno meglio e spero lo possa comprendere prima che sia troppo tardi”.

“Speriamo zia, perché io voglio stare della natura per altri mille anni!”.

“Intanto godiamo della reciproca compagnia in questo incantato scenario e non pensiamo ai primi capelli bianchi né alla morte degli animali: ci stai Chris? Solo per oggi.”

“Ci sto zia, affare fatto!”

Ci abbracciamo nel caldo sole del tramonto, nonostante tutto ubriachi di gioia e spensieratezza.