Ho partecipato al Premio Letterario "Luisa Ronconi" dedicato al mondo delle fiabe per bambini.

Il tema dell'edizione del 2016 era:

“Dialogare con la Fiaba o la favola: una maniera tanto antica quanto affascinante, per catturare l’attenzione dei bambini e far riflettere gli adulti sulla necessità di dialogare con i propri figli,parlando alla loro fantasia con i sapori della natura e il mondo degli animali”.

Il mio racconto aveva come titolo "l'Assemblea del condominio foresta" ed ha brillantemente superato le prime fasi di selezione, fermandosi poi purtroppo nella semifinale :(

Peccato, avrei davvero voluto salire sul podio, ma essendo la primissima volta che scrivevo una favola per bambini direi che sono stata brava!

Di seguito riporto la favola per intero, mamme alla lettura, se vi va leggetela ai vostri bimbi la sera prima di dormire ;)

 

"Nella tana del gufo quella sera c’era movimento!

Finalmente gli animali della foresta avevano fissato la data per la riunione condominiale e la grande quercia, casa del Signor Gufo, era la sede ideale per potersi radunare tutti comodamente e quindi vi era un gran da fare a spostare rami e fronde per fare spazio a tutti i convenuti.

Ai piedi dell’albero secolare i gufi avevano posizionato mucchi di foglie per offrire uno spuntino agli amici erbivori, mentre tronchi cavi erano stati sistemati per poter far accomodare gli insetti ed i serpentelli che amano sentirsi protetti da anfratti in cui potersi rannicchiare.

Gli alberi da frutto avevano offerto generosamente i loro frutti che erano stati accatastati ordinatamente in diverse pile nei dintorni, in modo da poter offrire refrigerio e nutrimento a chi lo desiderasse.

Il fiume scorreva placido offrendo frescura e abbevero ai convitati.

Da un anno si cercavano il luogo e la data perfetta per l’importante raduno della foresta e animali di ogni sorta, migratori e no, sarebbero accorsi lì di lì a poco.

I gufi erano molto orgogliosi del proprio operato di buoni padroni di casa: l’intero stormo aveva volato tutte le notti per una settimana per poter imbandire la giusta accoglienza agli ospiti, soprattutto i più lontani che sarebbero arrivati stanchi.

L’assemblea del “condominio foresta” si teneva sempre dopo il tramonto, per evitare che gli allocchi si addormentassero sul più bello e per evitare che gli animali diurni fossero troppo stanchi per reggere alzati troppo tardi la notte.

Al calare della sera, accese tutte le lucciole, ordinatamente disposte a ghirlanda sulle fronde più alte, il vecchio tasso prese la parola e, da buon amministratore, portò all’attenzione degli animali i punti da discutere.

Nello specifico:

 

-       la pulizia della foresta lasciava a desiderare: proposta di cambio turni di lavoro per gli orsetti lavatori;

-       le reti sotterranee erano da rifare: proposta di doppi turni per le talpe, prima dell’arrivo della stagione fredda.

-       gli asili non erano sufficienti: proposta di assunzione di nuove cicogne per creare nuove classi per i cuccioli del bosco.

 

I primi a prendere la parola furono gli orsetti lavatori, capeggiati da Salvatore, il più esperto del gruppo: “Signori, la mia squadra è composta da orsetti lavatori anziani che non possono più sostenere turni di lavoro massacranti!

Propongo quindi, al fine di poter essere dei maestri per i giovani orsetti desiderosi di mettersi in mostra, dei corsi di formazione che permettano di accompagnare i cuccioli verso turni di lavoro a tempo pieno, affiancati dall’esperienza degli anziani che possano insegnare loro il lavoro alla perfezione in modo da unire passione e competenza e permettere ad ognuno di essere utile.

Il tasso chiese: “Siete tutti d’accordo?”

E tutta la foresta risuonò di grida di approvazione e giubilo da parte dei giovani, desiderosi di mettersi alla prova e dimostrare il proprio valore e dei veterani che finalmente potevano tramandare la propria conoscenza e poi ritirarsi e godersi una meritata vecchiaia sul fiume.

Chiese quindi la parola il vecchio castoro Teodoro, offrendo i propri possenti denti e quelli della sua numerosa famiglia, composta da 50 membri, come aiuto agli orsetti lavatori.

Un patto tra orsetti e castori venne quindi stretto e una nuova squadra composta.

Presero quindi la parola le talpe, capeggiate da Mastro Ambrogio, un talpone gigantesco con i muscoli forgiati da anni di scavi.

“Le talpe fanno del loro meglio per scavare e tenere puliti i tunnel sotterranei che ci consentono di spostarci in inverno, anche con le intemperie, ma siamo aumentati di numero nella foresta e le gallerie richieste sono troppo numerose per noi: siamo solo 100 talpe!

Anche con turni doppi non possiamo farcela!

Prese quindi la parola Fenisia, la regina dei furetti, avvolta dalla sua pelosissima coda bianca e con incredibili occhi azzurro ghiaccio che le conferivano fascino e rispettabilità.

Metto a disposizione la mia squadra di furetti bianchi, agili e rapidi come nessun altro animale nella foresta, in modo che possano aiutare Mastro Ambrogio nei lavori di mantenimento dei tunnel.

So che non abbiamo mai collaborato prima e che avere femmine scavatrici costituisce una novità assoluta per la foresta, ma crediamo sia venuto il giorno in cui si debba cooperare e mettere da parte i vecchi schemi.

Siamo appassionate e forti, amiamo scavare e questo costituisce senza dubbio la caratteristica fondamentale per ogni lavoro: bisogna amare ciò che si fa, perché solo così potrà essere fatto bene!

Offriamo il nostro aiuto alle talpe: siamo pronte ad imparare!

Il tasso chiese quindi all’adunanza se fosse pronta a rompere tutti gli schemi e procedere con la nomina della nuova squadra di furette scavatrici e tutti, Mastro Ambrogio in testa, furono felici della proposta.

In diverse occasioni Fenisia e le sue compagne avevano dato prova di destrezza e abilità e avrebbero senza dubbio fornito un compendio eccezionale alla forza fisica dei talponi scavatori.

Era giunto il momento di avere squadre miste di scavatori, in modo da poter attingere il meglio da entrambe le razze e i sessi!

Per ultime presero la parola le cicogne, capeggiate da Arturo, un anzianissimo Signor Cicogna, considerato una istituzione non solo per la propria età, ma anche per la rarità del suo ruolo poiché, seppur maschio, aveva assistito nei decenni a centinaia di parti di animali di tutte le razze della foresta, dai più piccoli ai più grandi, aiutando persino le ostetriche leonesse nei casi più complessi.

Arturo con la sua voce ferma fece notare la scarsità di strutture adatte ad assistere le mamme prima e dopo il parto ed evidenziò una problematica mai emersa prima: la necessità di asili in cui le mamme possano lasciare i propri piccoli per poter continuare le proprie occupazioni.

Storicamente, il ruolo di levatrice era di competenza femminile, ma Arturo ricordò che, con molti sforzi, seppe imporsi, nonostante maschio, e diventare una figura di riferimento del settore.

La passione per il proprio lavoro alla fine aveva saputo oscurare i pregiudizi su di lui e quindi, ormai anziano, propose di estendere la possibilità di essere ostetriche anche alle “non cicogne” e istituire corsi per ostetriche e puericultrici.

Vi erano molte mamme nel bosco, costrette a rinunciare alla propria natura di predatrici per stare accanto alla prole e Arturo desiderava fermamente che esse potessero esprimere se stesse sia come femmine che come madri.

La vecchia cicogna portò ad esempio le mamme lupo, sdraiate in piccole tane per mesi, soprattutto in inverno, per assenza di strutture adeguate nelle quali far giocare i cuccioli.

I condomini animali rumoreggiarono e si alzò un grido di encomio da parte di molte madri, ansiose di poter tornare a correre e ritrovare la propria natura tra una poppata e un’altra.

La soluzione potrebbero essere gli elefanti, propose allora Arturo!

Essi possiedono proboscidi per lavare e far divertire i cuccioli e grandi orecchie nelle quali i piccoli possono cullarsi e ripararsi, inoltre sono forti abbastanza da difenderli da attacchi esterni e i papà elefanti sono abili quanto le mamme a crescere i piccoli.

Così facendo poi tutte le razze imparerebbero a coesistere e i più grandi e forti avrebbero la responsabilità di accudire i più fragili e indifesi, mettendo al servizio di tutti la propria maestosità.

Molti giovani elefanti barrirono all’unisono in segno di approvazione e diedero la propria disponibilità ad essere formati adeguatamente dalle esperte cicogne.

Le mamme lupo, lince e leonesse fecero ruotare le code, pronte a tornare alle proprie cacce nella natura e a sfogare così la propria indole selvaggia per poi tornare felici dai propri cuccioli, amorevolmente accuditi nel mentre presso “l’asilo degli elefanti”.

A tarda notte l’assemblea fu dichiarata sciolta dal tasso Ambrogio e per la prima volta dopo tanti secoli tutti gli animali si fermarono a chiacchierare tra loro, a scambiarsi consigli e opinioni e a discutere sulle grandi decisioni appena prese.

La pace ed il dialogo regnavano sovrani nella foresta.

 

La morale di questa favola puoi senza dubbio trovarla da te, essendo un bimbo o una bimba molto intelligente: ma ti voglio dare un aiuto, solo perché sono più grande e si spera un po’ più saggia!

Segui sempre i tuoi sogni e non permettere mai a nessuno di limitarli: qualsiasi cosa tu voglia realizzare, se ti impegni a fondo e hai dei buoni maestri ad insegnarti, puoi farcela!

Non giudicare le persone dal loro aspetto: se sei alta e muscolosa puoi nascondere un lato tenero e un cuore gentile mentre se seipiccolo e magro puoi rivelarti coraggioso e determinato.

Le diversità possono essere elementi di unione per il raggiungimento di un progetto insieme: ognuno porta ciò che sa fare meglio e in questo modo tutti sono utili e soddisfatti.

Non stancarti mai di parlare, chiedere e proporre le tue idee: nelle tue mani c’è il mondo, i bambini sono i più potenti di tutti e tu, proprio tu, puoi fare la differenza!

Adesso ti lascio dormire o pensare, devi assolutamente sognare: scegli tu se con gli occhi aperti o chiusi!

Un abbraccio.

Zia Elly"